Camillocromo - Rocambolesca
" Quattordici brani nei quali i Camillocromo
ci concedono un lasciapassare per un entrare nel set di un film
surreale nel quale follia, allegria, gioia e dolore, ci conducono per
mano in un viaggio senza sosta che parte dai Balcani, attraversa prima
le feste di paese dell'Appennino Tosco-Emiliano tra valzer e tanghi,
poi ci fa scoprire l'abilità di un giocoliere in un circo fino a
raggiungere una balera di provincia tra swing e balli d'epoca. Insomma
Rocambolesca è un esempio di come si possa attraverso la musica dare
vita ad un percorso cinematografico ed immaginifico, dove le
scenografie sono dipinte dall'emozioni e gli strumenti musicali dettano
la sceneggiatura."
Salvatore
Esposito - Blogfoolk - Agosto 2011
" I ragazzi sembra proprio si sappiano
divertire perché amano quello che fanno. Una sensazione che trasmettono
anche all'ascoltatore che come per magia si trova immerso nei suoni e
nelle danze di questi saltimbanchi. Finalmente un disco che non si
appiattisce su generi di tendenza, che osa senza presunzione e per
questo è già un successo".
Ivan Nossa
- Extra! music magazine - Agosto 2011
I Camillocromo sono in bilico fra una banda
di paese, una big band di inizio Novecento e roba degna di colonne
sonore da film Felliniano, da musicazione delle comiche e di giovani
canaglie: il tutto mi ha divertito non poco.
Il fatto però è che a divertire e facendo un così bel lavoro non sono
capaci in molti, in certi film ci riuscivano Piccioni, Trovaioli, in
altri tempi alcune cose di Bregovic anche se con estetiche diverse,
invece questa piccola orchestra fa un lavoro così eccellente che
avrebbe potuto ascoltarselo anche la buon anima di mio nonno Romualdo e
magari farsi un bel balletto con la Jole o con gli altri suoi amici
gagà. Nell'ascoltare Rocambolesca spesso mi sono immaginato di essere
ad una bella festa di paese, profumo di braciola, piada zeppa di
strutto, signore in sala da ballo con la sottoveste bianca e vagonate
di brillantina. "signorina Fiorenza... ci sarebbe quel ragazzo al
tavolo con mia zia Egle, si chiama Marco, è un grande lavoratore e
molto rispettoso del Signore... vorrebbe invitarla a fare questo
ballo... sempre che non sia troppo sfacciato".
Andrea Ferraris
- Sodapop - Luglio 2011
"Infilato nel lettore il Cd, ci si lascia
prendere la mano da un'allegra, crescente follia, talora volutamente
esasperata, tal'altra più contenuta, in un vortice di fonti ispirative
e stilistiche che se hanno nello swing un apparente tratto d'unione,
sono pronte a cambiare subito registro per portarci a Napoli attraverso
una scala misolidia o in Romagna con un valzer destrutturato e
rigenerato. Ancora una volta, Camillocromo è riuscito a stupirci
regalandoci qualcosa di inatteso e consapevole".
Roberto G.
Sacchi - Folk Bullettin - Luglio 2011
"Ingegneria onirico-genetica dello
spettacolo: lo Zampanò della Strada felliniana s'imbuca nel campo
nomadi bregoviccian-kusturiciano di «Underground» dove gli ottoni, i
fiati e i tamburi gitani compongono la colonna sonora della precarietà
della vita[...] Uno dei risultati possibili – sicuramente tra
i più divertenti e conturbanti che possiate trovare qui a Firenze – di
questa stramba operazione di ingegneria musical-teatrale sono i
fiorentini Camillocromo: sei giramondo funambolici e poetici che
prendono la vita e la musica così, come viene, ma sempre con altissima
qualità compositiva e realizzativa".
Edoardo Semmola - Corriere.it - 11 Maggio 2011
Camillocromo -
Musica per Ciarlatani Ballerine e Tabarin
"In un momento di grande crisi, la
musica dei fiorentini Camillocromo è la cura che serve. In una giornata
triste, o semplicemente noiosa la loro musica riporta alla mente
momenti circensi, gioiosi goliardici e festosi. Da “Una favola blu”, a
“Il tango delle pulci” il sound è molto curato e trascinante. Una
piccola orchestra, tra theremin e fisarmoniche, tra seghe e flicorni
crea musica da vivere, da ballare più che da ascoltare comodi sul
divano di casa. [...] . E’ indubbia la tecnica di questo gruppo, ed è
certo che la felicità e la spensieratezza sia da ricercare ad ogni
costo, nonostante i periodi avversi. Undici tracce più una ghost
malinconica con un bellissimo tema di violino, a chiudere l’opera,
chiudere i battenti di una bella festa, quando ogni tipo di danza è
finita, quando s’è gia fatta mattina e quando per forza di cose si deve
partire, smontare il tendone del circo e mestamente come in un film di
Fellini mettersi alla ricerca di qualcosa di nuovo per riportare anche
in un altro luogo la stessa felicità e lo stesso buon umore".
Antonello Furione - The Rock Blog - Aprile 2010
"La storia inizia in una radura, o se
preferite una spiaggia o un bosco; dove vengono alzati dei tendoni e
installate delle giostre con delle fantastiche meraviglie: c’è l’uomo
tatuato, la donna cannone, il piccolo spettacolo delle pulci e dei
leoni. Camminando notate un gruppo di gitani lanciati in danze sfrenate
e degli strumenti che camminano in gran parata, una banda con le sue
majorette. Sentite il profumo dello zucchero filato appena fatto, delle
mele caramellate o di una caffetteria chiassosa e irruenta. Tutto
questo è molto altro ancora viene evocato dalla musica dei Camillocromo
nel loro album ”Musica per ciarlatani ballerine e tabarin”,
ed è proprio a questi, e a tutti coloro che amano divertirsi, che
perseguono il grottesco e lo scherzo musicale, a cui è rivolto questo
album. Trombe e tromboni che costruiscono linee da teatro dell’assurdo,
ritmi zingari e circensi, tutto rigorosamente strumentale. Così tra una
dissonanza e l’altra, tra tradizione e innovazione, lo swing lascia
spazio al tango, mentre il gipsy si innesta con caparbietà tra le
sonorità balcaniche e i ritmi sudamericani. All’orecchio passano brani
come la circense “Una favola blu”, la ben chiara, grazie al titolo “Del
Tango non mi stango’” o l’irriverente “Calypso, ovvero maicchetuccifa
indiscotecavieniconnoi aballareicalypsosullaspiaggia”. Di certo, quando
si mette nel proprio stereo a casa - o in macchina - osullaspiaggia,
questo album dei Camillocromo, tutti coloro che sono
nelle vicinanze di almeno 100 metri, saranno portati a ballare, a
ridere e saltare, come dei pazzi resi sani dalla loro stessa follia".
Extra!
music magazine - Marzo 2010
"Ancora comunicazione tra cuore e
stomaco. Le funamboliche (mai termine fu più appropriato)
contaminazioni di questo gruppo di amici fiorentino volteggia tra la
Banda Osiris, il Bebop e quelle sagre paesane che purtroppo andiamo
smarrendo sempre più. Swing da ballare, jingle dei looney tunes, echi
ska e tanta, tanta voglia di divertirsi. Fiati tradizionali,
fisarmonica e batteria: connubi che nella vecchia europa affondano
radici profonde ed antiche, suoni inevitabili che portano all'anima di
visioni circensi, caroselli e tv dei ragazzi. Sonorità che, sdoganate
da certi retaggi nazional-popolari, stanno tranquillamente approdando
ad un pubblico più indie-pop oriented, con buona pace di Nino Rota e
degli Aristogatti. Mi domando piuttosto se presto o tardi arriveremo
anche alla beatificazione della mazurka e del liscio più in generale?!
Non lo escludo davvero: quanti di voi non farebbero carte false per
vedere concretizzarsi una collaborazione tra Mike Patton e Raoul Casadei?
Io ci metterei la firma fin da ora".
Marco Giorcelli - Sodapop
- Febbraio 2010
"[...] Logicamente, nel caso dei
Camillocromo, jazz vuol dire New Orleans e, in quanto a cinema, i
riferimenti sembrano spostarsi dall’accoppiata Morricone - Leone a
quella Nino Rota - Federico Fellini. Ma l’occhio dei camillocromi
spazia oltre a tutto questo, dalla tradizione delle musiche circensi ai
ritmi latini di derivazione afro, alle musiche balcaniche, ai tanghi
argentini e alla tradizione delle musiche da strada in generale (e non
solo delle musiche, visto che nel tango delle pulci viene
citato il gioco della morra). [...] Spettacolari battaglie di
strumenti a fiato, in girotondi di botta e risposta all'ultimo sangue,
break malandrini e melodie irresistibili a ruota libera sono gli
elementi che rendono “Musica per Ciarlatani Ballerine e Tabarin”
godurioso e irresistibile".
Sands-Zine
- Febbraio 2010
"Venghino Signori venghino: con queste
parole all’interno della copertina, i Camillocromo presentano “Musica
per ciarlatani, ballerine e tabarin”, e ci portano all’interno del loro
circo, a metà tra la musica da avanspettacolo e la colonna sonora dei
vecchi film con Alberto Sordi. I brani, tutti rigorosamente
strumentali, affondano le proprie radici nella musica da banda, ma
anche nel jazz e nella musica da ballo. [...] Le undici composizioni
originali spaziano in tutte le direzioni in una giostra senza fine: da
“Il tango delle pulci”, brano che oscilla tra il tango e lo swing, a “I
found my love in Cuccureddu”, una sorta di twist dominato dai fiati, da
“La giostra”, che sembra fatto apposta per farci trattenere il fiato
durante il numero dell’equilibrista, a “La famiglia Omegas”, che prende
in giro le musiche da film horror. Il tutto farcito di citazioni, da
“ciliege rosse” ai cartoni animati, “Musica per ciarlatani, ballerine e
tabarin” è un disco fresco e divertente, realizzato da sei abili
musicisti per i quali la musica è anzitutto un gioco."
Manuel Sechi - Sonic Bands Magazine - Gennaio
2010
"[...] there was a tiny tent called
'Your Scene' next to the roll revelers. When Tricky was playing at the
main stage an Italian orchestra performed there. Named Camillocromo
.those guys were one of the most wonderful surprise (guys and a female
bass player).Like Ertuğrul Özkök........... ( a turkish writer)
was mentioning as calfs, true name "Il Vitellino" Fellini's
movies, kind of an Italian orchestra that will play at the parties.
Bass, accordion, drums. Full sweep.So what's important is not the size
it's the function [...]"
Milliyet.com.tr - Giugno
2009
Camillocromo -
Musica Onirica per Film Immaginari
"[...] questi cinque fiorentini
rappresentano certamente qualcosa di particolare in un panorama
nazionale sempre alla ricerca di novità, una novità che sia di sostanza
non certo solo di forma. Che cosa intenda rappresentare la loro musica
lo si capisce bene dal titolo che hanno scelto per loro disco di
debutto, un gioiellino di creatività che potrebbe spalancare loro i
sipari di prestigiosi luoghi di musica. [...] Si gira il
mondo con i suoni dei fiati a trascinare melodie ora strappate ora
avvolgenti comunque sempre iprevedibili e catalizzanti. Musica
descrittiva? Forse... ma le storie dipinte sono fantasiose (almeno
quelle che immaginiamo noi ci paiono tali) e quindi raccontarle suona
bene e facile. Di sicuro la vena compositiva di Alberto Becucci [...]
è felice ma tutto il lavoro tradisce una rielaborazione a più mani.
Sudamerica e Balcani, echi circensi e ballate popolari ridotte in
musica senza testo, divertissement irridenti e ritmi da ballare. Musica
contro le etichette musica da ascoltare, musica che sgomita per avere
spazio. Diamoglielo, che se lo merita tutto"
Roberto G. Sacchi
- Folk Bullettin-
Numero 220, Marzo 2006
"[...]
L’album è una tavolozza ricca di colori dove influenze d’ogni genere si
mescolano in modo magistrale. [...] L’intero
album è da interpretare come un pezzo unico che attraverso mille volti
crea un’opera sinuosa in grado di divertire e accarezzare l’orecchio
dell’ascoltatore; ogni melodia porta la mente in mille spazi diversi e
ognuno può davvero crearsi dei film immaginari.[...] un
sound in continua trasformazione, in uno stupendo viaggio multicolore
tra film immaginari"
Andrea Lettieri
- Extra! music magazine - Novembre 2005
"Bisogna provare a chiudere gli occhi e
proiettare interiormente scene memorabili o del tutto inventate,
bisogna provare a immaginare un uomo ed una donna che si parlano da
vicino, una città in festa, qualcuno che scola una bottiglia di Vino
annacquato, un ladro che sgattaiola via cercando di non farsi vedere,
una banda di paese che suona sopra una zattera [...] Ce n’è
di tutti i colori insomma, colori che vengono mescolati con sapienza e
virtuosismo mai fine a se stesso, di cui la chiave ultima, la cifra
stilistica primaria è proprio il camaleonte continuo, l’improvviso
cambio di tempo e di impianto ritmico, lo scambio di leadership tra gli
strumentisti, nell’esposizione dei temi [...]grandissima
competenza dei sei componenti del sestetto che, oltre ad avere
unaspiccata verve improvvisativa e creativa, godono anche di un ottimo
suono riguardo ai loro strumenti[...]"
Pierluigi Siciliani - Bravo!
- Novembre 2005
"[...] i Camillocromo
ridisegnano la musica popolare(sca) attraverso quell’attitudine
‘globale’ imposta dalla modernità e tipica, da sempre, del bacino
mediterraneo [...].
L’ascolto di “Musica onirica…” è super-consigliato [...] a tutti coloro
che hanno voglia di fare un’esperienza auditiva al di fuori dagli
schemi e dalle solfe che il racket del disco impone a ritmi ormai
inverecondi."
Sands-zine - Ottobre 2005
"[...] un atmosfera di tecnicismi e virtuosismi che poco si
notano, dote che caratterizza i musicisti veri. [...]
Il cd è composto da 12 canzoni, di vari generi, dove la sessione
ritmica di una bellezza "onirica" fa da pilastro agli altri strumenti,
che si alternano e si mescolano coccolando i nostri sensi. [...] E tra
un viaggio immaginario tra le pieghe della mia coscienza e le dolci
note dei Camillocromo ho capito una cosa. Che mi piace sognare."
Matteo Madafferi - Kathodik - Ottobre 2005
"Capita a volte, entrati al cinema,
di chiudere gli occhi e, anche resistendo agli inviti insistenti di
Morfeo, iniziare a sognare, lasciandosi cullare dalle musiche
insinuanti che provengono dallo schermo. E pian piano, sognando (o
forse dormendo, o magari vivendo, di perifrasi in perifrasi come il
bradipo sugli alberi) un nuovo film ti si forma dietro gli occhi. Altri
colori, altre scene, altri personaggi e persone. Si dorme, si sogna, si
pensa sulla base di musiche e delle luci filtrate del film che pian
piano scorre. I Camillocromo ci hanno regalato un sogno. Hanno tolto le
immagini e lasciato la musica e la musica, signori, fa sognare!
[...] E il disco che gira pigro sul lettore ci manda sentori
felliniani ed echi bregoviciani, rimandi di jazz, New Orleans anni '30,
l'orchestra del Titanic, il pianista sull'oceano, ma anche la classe e
la nitidezza di suono dei Madredeus in "Lisbon Story" di Wim Wenders e
la rarefazione e gli echi di valzer immaginari di qualche film francese
in bianco e nero. Massì! Anche sotto un Maigret d'annata ci starebbero
bene. Che musica fanno? L'abbiamo detto: musica da film. Ma il film non
c'è! Oddio, come facciamo? Lo ripeto: chiudiamo gli occhi. O apriamoli
su un bel libro. O guardiamo immagini scegliendole con cura. Loro ci
danno la colonna sonora. A noi spetta sfruttarla al meglio[...]."
Giorgio Maimone - Bielle - Ottobre 2005
" Certo che la loro idea è proprio
originale: immaginare dei film… e musicarli. Alle prime note mi è
venuto subito in mente Federico Fellini . Non pensiate sia pretenzioso
il parallelo, davvero certe atmosfere evocative dei Camillocromo
riportano a film come Otto e mezzo o La Dolce Vita . Ma ascoltando il
loro sound ricco di influenze balcaniche, zigane, jazzate, viene
persino in mente un certo Nicola Piovani [...] le
loro note sono a tratti poetiche, morbide, sensuali, fresche. E poi si
accendono con guizzi grintosi, gioiosi, ebbri di energia,
elettrizzanti, lasciando nella mente suggestioni inaspettate."
Vera Risi - Bazar
- Ottobre 2005
" È come fare un tuffo
nell'arcobaleno, lasciandosi trasportare dalle onde sonore di un
complesso musicale senza dubbio accattivante, quantomeno originale:
sonoritá felliniane, miscelate con uno swing delicato che ricoda gli
anni '40 della gloriosa New Orleans, il tutto condito dal sapore di
spezie balcaniche. [...] Un incontro di musicisti
con passate esperienze diverse, per un risultato eclettico, cromatico,
così come suggerisce il nome del gruppo. [...]
Chiudete gli occhi, aprite il cuore, e mettetevi a sognare… "
Iuna Noferini - Musicletter, Settembre 2005
"[...]non di comune musica d'ascolto di
questi tempi si tratta, ma bensì di una bellissima declinazione
dell'arte musicale.[...]. Superfluo stare a commentare ogni
singola traccia, questo disco è un tutt'uno e va semplicemente messo
nel lettore e goduto.[...] .Questa musica mi trasmette tanta
speranza e buonumore e fa trasparire davvero tanto talento, sia
compositivo che esecutivo."
Emilio Zucca - Rocklab.it, Giugno 2005
"[...]La loro musica infatti, spazia
dalle atmosfere più classiche dei jazz club, attraversa le piazze
dell'Europa dell'Est e le feste zigane, sfiora il cinema felliniano,
strizzando l'occhio ai ritmi delle calde balere mediterranee,
conducendoci in un caleidoscopio di note e sonorità dal sapore a volte
piccante, altre dolce, senza dubbio suadente: un vero e proprio
viaggio, tra i profumi di spezie ed essenze odorose quasi emanate
direttamente dai loro strumenti."
Virginia Chiffi - Il Corriere di Firenze, 26
Maggio 2005
"I fiorentini Camillocromo esordiscono
con un album godibile e ben prodotto. Il titolo dice già tutto: musica
strumentale concepita come ideale viatico per sonorizzare eventuali
lungometraggi (ma non solo, giacché il semplice ascolto é in grado di
regalare buone vibrazioni). Partendo da una base jazz, i nostri
innestano una pletora di forbite influenze che attingono dai
'traditional' balcanici cosi' come dai ritmi sudamericani: fisarmonica,
clarinetto e trombe si amalgamano a dovere su una base ritmica
brillante e sinuosa, che invita alla danza in tutta naturalezza [...].
In conclusione, un disco riuscito, forte di un fascino
innegabile[...]."
Sensorium.it, Aprile 2005